Titolo originale: Italiano Medio
Regia: Maccio Capatonda, Herbert Ballerina, Rupert Sciamenna, Lavinia Longhi, Barbara Tabita
Durata: 100 min
Paese: ITA
Voto globale: ****
Voto categ. (ita '10): **** 1/2
Non è affatto un caso che questa sia
la prima recensione del blog. E anzi anticipo da subito che sarò di
parte, perché Maccio Capatonda è un mio idolo personale. Per chi ha
avuto la possibilità come me di seguirlo fin dagli inizi a Mai Dire,
nel lontano 2005, sa benissimo che pochi sono stati in grado di
ridefinire i canoni della comicità italiana in questa maniera. E
ripeto, personalmente, Maccio mi ha segnato in modo profondo,
facendomi capire ciò che mi fa ridere e, di conseguenza in negativo,
ciò che non mi fa ridere. Il bello del personaggio in questione è
il suo essere autentico, vero: Maccio è sceneggiatore, regista,
attore e soprattutto montatore di tutti i propri lavori, dai primi finti trailer ad arrivare al suo primo lungometraggio. È
ciò che definiremmo “un autore”. E Italiano Medio, piaccia o
meno, è un film “d'autore” per via dei motivi citati. Ci offre una visione distorta, parodistica, esagerata delle
cose, ma è la visione di Maccio Capatonda, un autore. Del
film se ne è straparlato. Giulio Verme, ambientalista frustrato, non
è più in grado di portare avanti le sue nobili battaglie per via
della società lobotomizzata e drogata dalla televisione che lo
circonda. Nemmeno Franca, compagna e unico sostegno fin dai tempi
dell'università, riesce più a reggere il fondamentalismo di Giulio
che si rifiuta perfino di petare o di concepire un figlio perché “la
popolazione mondiale dall'inizio del secolo è cresciuta del 400%”.
Verme striscia in una Milano grigia, tra fanatici del selfie e
barboni che chiedono password per connettersi ad internet, macchinoni
che rivendicano la strada e tamarrissime vicine di casa con i loro pannelli solarium.
![](https://lh3.googleusercontent.com/blogger_img_proxy/AEn0k_v0GviQnmJyTzru81ccTQB7dqDvQ1EFDf3mCuWUFSvZQnj77SOFJpahPdsjOnbAkN5cKrlOgEIGIV434lpWr7LXEBpUUShfXsrYPTnb9aCZBARwfJHUkxR89nhX2Q=s0-d)
La
svolta arriva con un pillola miracolosa, fornitagli dal vecchio
compagno di classe Alfonzo Scarabocchi, in grado di far diminuire le
capacità mentali e permettere a Giulio Verme di fregarsene di tutto e
tutti. Il cambiamento del protagonista, apparentemente simpatico e
leggero (ci sono pure le scoregge e le scopate in discoteca) è in
realtà drammatico e mette in luce in maniera esasperata il
bipolarismo da cui in ogni caso noi italiani siamo affetti. E si
procede così con l'alternarsi di momenti di lucidità a momenti di
puro svacco, tra l'impegno per salvare un parco cittadino e
incontrare il grande Roberto Salviamolo al “amechecazzomenefregame”
che ci fa giocare ai videogame, guardare MasterVip e addirittura
diventarne concorrenti! Sempre presenti i temi cari a Maccio:
l'influenza dei media sulla vita di tutti i giorni, i giochi di
parole insensati ma logici, la volgarità mai fine a se stessa. Il
film regala scene memorabili e molti spunti di riflessione, in
particolare due messaggi molti significativi. Il primo è che una
cosa, per arrivare alle masse, deve per forza passare in televisione, altrimenti
non esiste. Il secondo è che quando di una cosa se ne parla in
televisione (o nei media in genere) siamo tutti disposti a batterci
per essa, a protestare, a incazzarci. Poi basta che l'attenzione si
sposti su un altro argomento e quello precedente verrà dimenticato
in men che non si dica.
![](https://lh3.googleusercontent.com/blogger_img_proxy/AEn0k_tAU7g3DtzFWtq1E6ZEUDxBPRlvJ4HonCWjWxlKhmkLYciTfHV6L2m9OwATYDxKg9FyO79kS6Teq3pH3lDzPgtADlsC_IeTxtYpgQ5alwL3zUx41xdYrdRxWUpfnyNhmH5k1AkKb3r1KXgPlk5dPjwPNg5Q7gKbY_v2wrJ3tu1Xh6Au9Gs_GjryWrVsEX3SIPq6YEt19tnQecoYk4ox=s0-d)
L'equivoco
di fondo è il facile errore di accumunare Italiano Medio a quel
filone di recenti commedie italiane con protagonisti comici tv o
provenienti dal web: i vari Soliti Idioti, i film improbabili di
Paolo Ruffini e via così... Ma anche di paragonarlo al fenomeno
Checco Zalone, che credo non abbia nemmeno il 20% della genialità di
Maccio. Maccio è semplicemente Maccio. Non lo si può catalogare o
etichettare. Italiano Medio è un film sfacciato, volutamente eccessivo
che sicuramente non lascerà indifferenti i pochi che ancora non
conoscono il regista abruzzese. Per quelli che invece lo venerano da
anni ci sarà sicuramente la bella soddisfazione di vedere i vari
Herbert Ballerina, Rupert Sciamenna, Ivo Avido, Anna Pannocchia sul
grande schermo. Intendiamoci,
Italiano Medio, rispetto alla commedia-media italiana è ORO. Ma da
Maccio ci dobbiamo aspettare sempre di più, perché qualcosa poteva essere sicuramente approfondita o trattata meglio. Inoltre c'è da dire che per
molti aspetti, la critica a società, media e tv era più incisiva e
cattiva nella serie tv Mario. Ma si tratta di aspetti marginali e perdonabili a Maccio, che in
ogni caso saprà come migliorarsi ancora una
volta in futuro, come ha sempre fatto per più di dieci anni.
Da “La Febbra”
al cinematografò.
Grazie Marcello.