martedì 24 febbraio 2015

ITALIANO MEDIO - Maccio Capatonda (2015)

Titolo originale: Italiano Medio 
Regia: Maccio Capatonda, Herbert Ballerina, Rupert Sciamenna, Lavinia Longhi, Barbara Tabita
Durata: 100 min 
Paese: ITA
Voto globale: ****
Voto categ. (ita '10): **** 1/2

Non è affatto un caso che questa sia la prima recensione del blog. E anzi anticipo da subito che sarò di parte, perché Maccio Capatonda è un mio idolo personale. Per chi ha avuto la possibilità come me di seguirlo fin dagli inizi a Mai Dire, nel lontano 2005, sa benissimo che pochi sono stati in grado di ridefinire i canoni della comicità italiana in questa maniera. E ripeto, personalmente, Maccio mi ha segnato in modo profondo, facendomi capire ciò che mi fa ridere e, di conseguenza in negativo, ciò che non mi fa ridere. Il bello del personaggio in questione è il suo essere autentico, vero: Maccio è sceneggiatore, regista, attore e soprattutto montatore di tutti i propri lavori, dai primi finti trailer ad arrivare al suo primo lungometraggio. È ciò che definiremmo “un autore”. E Italiano Medio, piaccia o meno, è un film “d'autore” per via dei motivi citati. Ci offre una visione distorta, parodistica, esagerata delle cose, ma è la visione di Maccio Capatonda, un autore. Del film se ne è straparlato. Giulio Verme, ambientalista frustrato, non è più in grado di portare avanti le sue nobili battaglie per via della società lobotomizzata e drogata dalla televisione che lo circonda. Nemmeno Franca, compagna e unico sostegno fin dai tempi dell'università, riesce più a reggere il fondamentalismo di Giulio che si rifiuta perfino di petare o di concepire un figlio perché “la popolazione mondiale dall'inizio del secolo è cresciuta del 400%”. Verme striscia in una Milano grigia, tra fanatici del selfie e barboni che chiedono password per connettersi ad internet, macchinoni che rivendicano la strada e tamarrissime vicine di casa con i loro pannelli solarium.

La svolta arriva con un pillola miracolosa, fornitagli dal vecchio compagno di classe Alfonzo Scarabocchi, in grado di far diminuire le capacità mentali e permettere a Giulio Verme di fregarsene di tutto e tutti. Il cambiamento del protagonista, apparentemente simpatico e leggero (ci sono pure le scoregge e le scopate in discoteca) è in realtà drammatico e mette in luce in maniera esasperata il bipolarismo da cui in ogni caso noi italiani siamo affetti. E si procede così con l'alternarsi di momenti di lucidità a momenti di puro svacco, tra l'impegno per salvare un parco cittadino e incontrare il grande Roberto Salviamolo al “amechecazzomenefregame” che ci fa giocare ai videogame, guardare MasterVip e addirittura diventarne concorrenti! Sempre presenti i temi cari a Maccio: l'influenza dei media sulla vita di tutti i giorni, i giochi di parole insensati ma logici, la volgarità mai fine a se stessa. Il film regala scene memorabili e molti spunti di riflessione, in particolare due messaggi molti significativi. Il primo è che una cosa, per arrivare alle masse, deve per forza passare in televisione, altrimenti non esiste. Il secondo è che quando di una cosa se ne parla in televisione (o nei media in genere) siamo tutti disposti a batterci per essa, a protestare, a incazzarci. Poi basta che l'attenzione si sposti su un altro argomento e quello precedente verrà dimenticato in men che non si dica.

L'equivoco di fondo è il facile errore di accumunare Italiano Medio a quel filone di recenti commedie italiane con protagonisti comici tv o provenienti dal web: i vari Soliti Idioti, i film improbabili di Paolo Ruffini e via così... Ma anche di paragonarlo al fenomeno Checco Zalone, che credo non abbia nemmeno il 20% della genialità di Maccio. Maccio è semplicemente Maccio. Non lo si può catalogare o etichettare. Italiano Medio è un film sfacciato, volutamente eccessivo che sicuramente non lascerà indifferenti i pochi che ancora non conoscono il regista abruzzese. Per quelli che invece lo venerano da anni ci sarà sicuramente la bella soddisfazione di vedere i vari Herbert Ballerina, Rupert Sciamenna, Ivo Avido, Anna Pannocchia sul grande schermo. Intendiamoci, Italiano Medio, rispetto alla commedia-media italiana è ORO. Ma da Maccio ci dobbiamo aspettare sempre di più, perché qualcosa poteva essere sicuramente approfondita o trattata meglio. Inoltre c'è da dire che per molti aspetti, la critica a società, media e tv era più incisiva e cattiva nella serie tv Mario. Ma si tratta di aspetti marginali e perdonabili a Maccio, che in ogni caso saprà come migliorarsi ancora una volta in futuro, come ha sempre fatto per più di dieci anni. 

Da “La Febbra” al cinematografò.

Grazie Marcello.

 

INTRODUZIONE

Allora in questo blog verranno recensiti film senza criterio alcuno. Quindi si passerà dal film d'autore alla più ignobile commercialata, dal film iraniano semisconosciuto al super blockbuster americano. Film belli, film brutti, film medi, film inutili, film importanti, film necessari, film evitabili, film superbi, film disastrosi, film incantevoli, film che "così non se ne fanno più", film che "con 30.000 lire il mio falegname lo fa meglio", film penosi, film detestabili, film adorabili, film d'altri tempi, film di serie B, film di serie C, non-film, film sperimentali, film muti, film chiassosi, film in bianco e nero, film ipersaturi, film western, film horror, film noir, film thriller... insomma tutto e niente.