Titolo originale: Cyborgjiman gwaenchanh-a
Regia: Park Chan-wook
Con: Su-jeong Lim, Jeong Ji Hoon, Hie-jin Choi, Byeong-ok Kim, Yong-nyeo Lee
Durata: 105 min
Paese: KOR S
Voto globale: **** 1/2
Voto categ. (asia '00): ****
Young-soon subisce un duro colpo quando
la cara nonna, che mastica radici e si crede un topo, viene portata
via dai “camici bianchi” e rinchiusa in manicomio. La ragazza
reagisce allo shock in maniera particolare e si convince di non
essere un'umana ma una sorta di robot, un cyborg. Impiegata in una
fabbrica di radio, un giorno Young-soon si pratica un taglio nel
braccio e vi inserisce dei cavi elettrici. La ragazza prende una
forte scossa e viene suo malgrado portata in una casa di cura. Inizia
per Young-soon una nuova vita, quella in manicomio, durante la quale
si rifiuterà categoricamente di nutrirsi (perchè i cyborg non hanno
bisogno di mangiare) ed avrà modo di incontrare simpatici quanto
problematici pazienti. Tra loro spicca Park Il-sun, un giovane con
tendenze schizofreniche ed antisociali con cui nascerà un'amicizia e
forse qualcosa di più.

Park Chan-wook è uno dei registi di punta del cinema
sudcoreano e non solo. Celebre è la sua trilogia “della vendetta”,
di cui molti ricorderanno “Oldboy” del 2003. “I'm A
Cyborg But That's Ok” si
distacca completamente dalla produzione precedente di Park, che in
questo caso rinuncia alla violenza per abbracciare la leggerezza e la
delicatezza di una storia che appassiona fin dai primi minuti. Certo,
il film in realtà impiega un po' di tempo a carburare ed è facile
esserne spiazziati all'inizio. Parliamoci chiaro, la storia è
anticonvenzionale al massimo e sfido a definirla banale! Però questo
che allo spettatore curioso appare come uno dei pregi principali del
film potrebbe sembrare invece un ostacolo per lo spettatore abitutato
a storie più... diciamo lineari. La pellicola tratta la malattia
mentale in una maniera spensierata ma poetica, sempre dalla parte dei
pazienti di cui scopriamo dettagli delle varie manie ed ossessioni, particolari e caratteristiche e che molto spesso sono di
grande aiuto per l'evolversi delle vicende. Geniale la figura
dell'uomo con i complessi di colpa e che ha quindi sempre la
necessità di scusarsi anche per fatti dei quali non ha alcuna
responsabilità, nonché ovviamente il personaggio di Park Il-sun che
fin da subito prende a cuore la causa della dolce Young-soon, che
cerca di aiutare come può. Il ragazzo ha la fama di essere un gran
ladro ed è capace (almeno così si crede) di scambiare la propria
personalità con quelle altrui. Il film si basa su trovate grafiche e
simboliche. Da segnalare è che il confine tra scene profonde e
poetiche e scene grottesche è davvero sottile (basti pensare a tutte
scene con la nonna). Ma è proprio questa ambiguità che crea un
effetto che funziona alla grande. Come fatto notare da qualcun altro,
il film potrebbe nelle atmosfere ricordare “Il favoloso
mondo di Amélie”. Ma
il film di Park è a mio avviso davvero di un'altra categoria sotto
ogni punto di vista. La
regia è elegante e folle in certi punti e questo non può che essere
un gran un bel complimento. Fotografia bella e appropriata, così
come tutto il comparto tecnico. Colonna sonora emozionante ed attori
credibili!

Questo
e altri film dimostrano che il cinema sudcoreano è attualmente uno
dei più interessanti nel panorama internazionale. Di sicuro parliamo
di storie molto spesso fuori dall'ordinario e decisamente lontane
dalla cultura occidentale. Ma proprio per questo è necessario dare
una chance a film come “I'm A Cyborg But That's Ok”,
perché vi si potrebbe aprire un mondo che è davvero un peccato
ignorare. Regolarmente snobbato in Italia, non esiste una versione
doppiata. Inutile dire che ciò è davvero un peccato, perché l'idea
di vedere un film sudcoreano sottotitolato non alletta i più. Tra le
scene clou, quelle con la nonna e quelle più oniriche e di
immaginazione, nonché tutte quelle dei momenti speciali tra
Young-soon e Park Il-sun. Consigliato a chi cerca qualcosa di nuovo e
non ha nessun tipo di pregiudizio sul delicato tema della malattia
mentale quanto sui film dalle storie fuori dagli schemi. Da vedere più
volte!
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