Regia: William Friedkin
Con: Linda Blair, Ellen Burstyn, Jason Miller, Max von Sydow, Lee J. Cobb
Durata: 122 min; 132 min (integrale)
Paese: USA
Voto globale: ****
Voto categ. (horror): **** 1/2 Con: Linda Blair, Ellen Burstyn, Jason Miller, Max von Sydow, Lee J. Cobb
Durata: 122 min; 132 min (integrale)
Paese: USA
Voto globale: ****
Nel
corso di alcuni scavi archeologici nell'Iraq del Nord un anziano
sarcedote cattolico rinviene un'antica statua raffigurante il demone
assiro-babilonese Pazuzu. A Washington Chris McNeil è un'attrice
affermata che vive insieme alla figlia Regan, che festeggia il
compleanno senza ricevere gli auguri del padre, trasferitosi da tempo
in Europa. La ragazzina da sempre felice e solare, assume
comportamenti anomali. Parla di Capitan Gaio, un presunto amico
immaginario, si pone male con gli sconosciuti e la madre Chris inizia
a sentire strani rumori in soffitta. Le cose peggiorano quando
assurdi fenomeni avvengono nella stanza della piccola. La scienza
sembra non dare risposte in merito.
Se
si chiedesse ad un campione di 100 persone il titolo del primo film
horror che possa venire in mente, di certo un buon 50% risponderà
“L'Esorcista”. Questo perché, nel bene o nel male, al
netto dei grandi pregi e dei difetti presenti, il film di Friedkin
resta un qualcosa a cui è difficile restare indifferenti. Stiamo pur
sempre parlando di una pellicola la cui visione, al tempo dell'uscita
nelle sale, era accompagnata da presidi di pronto soccorso fuori dai
cinema per non essere colti impreparati dai ripetuti episodi di
convulsioni e svenimenti che si verificavano tra il pubblico. Di
certo, reazioni eccessive per quello che resta comunque un film: pura
finzione. Eppure capibili visto che, rispetto agli anni '70, siamo
attualmente molto desinsibilizzati rispetto all'orrore e alle visioni
disturbanti. Un titolo giusto, L'Esorcista e
non L'Esorcismo, visto che la vera figura chiave della storia è
Padre Karras, un giovane gesuita con approfondite conoscenze mediche
e psichiatriche che affronta una dura crisi di fede. Il film è
pervaso da un atmosfera cupa per tutta la durata, e non potrebbe
essere altrimenti dato che ciò che è mostrato è l'insinuarsi del
male assoluto in un ambiente, se vogliamo, tutto sommato felice,
nonostante sullo sfondo resti un contesto familiare problematico. La
sceneggiatura è costruita sapientemente, all'insegna della
gradualità: gradualità nell'aggravarsi dei sintomi di Regan, che
passerà da atteggiamenti maleducati a vere e proprie manifestazioni
demoniache e blasfeme. Una fotografia all'altezza, attori tutti
ottimi e costretti a recitare ruoli non facili, regia elegante e
sicura di Friedkin che subentrò al timone dopo le rinunce eccellenti
di Kubrick e Nichols.
L'Esorcista
è un film iconico, che ha tutta
la sua forza nel visivo: la statua di Pazuzu, gli esorcisti con le
loro vesti, la croce, la bibbia, il letto della posseduta. Senza
tralasciare le scene cult, che sono tante e tutte studiate con
l'unico scopo di scioccare. Allo stesso tempo però, accanto alla
drammaticità e all'orrore, non si può non notare un possibile e del
tutto involontario effetto divertente di alcuni frangenti, quelli
della Regan più “sboccata”. Il tono del film è subito ripreso
da momenti più suggestivi, come quelli in cui il demonio si rivolge
a Karras attraverso la voce di sua madre! Un po' di sangue, molta
blasfemia, insulti e parolacce, messaggi subliminali (neanche tanto
subliminali) sovraimpressi su pellicola. Linda Blair deve essersi
proprio divertita a fare l'invasata. Imperfetto ma promosso e da
vedere. Cult.
Nessun commento:
Posta un commento