venerdì 17 luglio 2015

L'ESORCISTA - William Friedkin (1973)

Titolo originale: The Exorcist
Regia: William Friedkin
Con: Linda Blair, Ellen Burstyn, Jason Miller, Max von Sydow, Lee J. Cobb
Durata: 122 min; 132 min (integrale)
Paese: USA    
Voto globale: ****
Voto categ. (horror): **** 1/2 

Nel corso di alcuni scavi archeologici nell'Iraq del Nord un anziano sarcedote cattolico rinviene un'antica statua raffigurante il demone assiro-babilonese Pazuzu. A Washington Chris McNeil è un'attrice affermata che vive insieme alla figlia Regan, che festeggia il compleanno senza ricevere gli auguri del padre, trasferitosi da tempo in Europa. La ragazzina da sempre felice e solare, assume comportamenti anomali. Parla di Capitan Gaio, un presunto amico immaginario, si pone male con gli sconosciuti e la madre Chris inizia a sentire strani rumori in soffitta. Le cose peggiorano quando assurdi fenomeni avvengono nella stanza della piccola. La scienza sembra non dare risposte in merito.


Se si chiedesse ad un campione di 100 persone il titolo del primo film horror che possa venire in mente, di certo un buon 50% risponderà “L'Esorcista”. Questo perché, nel bene o nel male, al netto dei grandi pregi e dei difetti presenti, il film di Friedkin resta un qualcosa a cui è difficile restare indifferenti. Stiamo pur sempre parlando di una pellicola la cui visione, al tempo dell'uscita nelle sale, era accompagnata da presidi di pronto soccorso fuori dai cinema per non essere colti impreparati dai ripetuti episodi di convulsioni e svenimenti che si verificavano tra il pubblico. Di certo, reazioni eccessive per quello che resta comunque un film: pura finzione. Eppure capibili visto che, rispetto agli anni '70, siamo attualmente molto desinsibilizzati rispetto all'orrore e alle visioni disturbanti. Un titolo giusto, L'Esorcista e non L'Esorcismo, visto che la vera figura chiave della storia è Padre Karras, un giovane gesuita con approfondite conoscenze mediche e psichiatriche che affronta una dura crisi di fede. Il film è pervaso da un atmosfera cupa per tutta la durata, e non potrebbe essere altrimenti dato che ciò che è mostrato è l'insinuarsi del male assoluto in un ambiente, se vogliamo, tutto sommato felice, nonostante sullo sfondo resti un contesto familiare problematico. La sceneggiatura è costruita sapientemente, all'insegna della gradualità: gradualità nell'aggravarsi dei sintomi di Regan, che passerà da atteggiamenti maleducati a vere e proprie manifestazioni demoniache e blasfeme. Una fotografia all'altezza, attori tutti ottimi e costretti a recitare ruoli non facili, regia elegante e sicura di Friedkin che subentrò al timone dopo le rinunce eccellenti di Kubrick e Nichols.


L'Esorcista è un film iconico, che ha tutta la sua forza nel visivo: la statua di Pazuzu, gli esorcisti con le loro vesti, la croce, la bibbia, il letto della posseduta. Senza tralasciare le scene cult, che sono tante e tutte studiate con l'unico scopo di scioccare. Allo stesso tempo però, accanto alla drammaticità e all'orrore, non si può non notare un possibile e del tutto involontario effetto divertente di alcuni frangenti, quelli della Regan più “sboccata”. Il tono del film è subito ripreso da momenti più suggestivi, come quelli in cui il demonio si rivolge a Karras attraverso la voce di sua madre! Un po' di sangue, molta blasfemia, insulti e parolacce, messaggi subliminali (neanche tanto subliminali) sovraimpressi su pellicola. Linda Blair deve essersi proprio divertita a fare l'invasata. Imperfetto ma promosso e da vedere. Cult.

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