sabato 2 maggio 2015

LA SCALA A CHIOCCIOLA - Robert Siodmak (1945)

Titolo originale: The Spiral Staircase
Regia: Robert Siodmak
Con: Dorothy McGuire, George Brent, Ethel Barrymore, Kent Smith, Rhonda Fleming
Durata: 83 min
Paese: USA      
Voto globale: *** 1/2
Voto categ. (thriller): ****


In una cittadina del New England un serial killer sceglie le proprie vittime in base ad una caratteristica precisa: sono giovani donne ed hanno tutte un qualche difetto fisico. L'ultima delle vittime viene ritrovata in una camera d'albergo mentre al piano inferiore è in corso la proiezione di un film. Si teme quindi per Elena, affetta da mutismo psicologico, che lavora come cameriera a casa dei Warren. Intanto le indagini della polizia coinvolgono anche i membri della casa: il professor Warren, il fratellastro e la vecchia matrigna malata. Fuori si scatena un temporale ed Elena diventa prigioniera dell'opprimente villa, mentre ci si interroga su quando il killer colpirà di nuovo.



Un bel misto tra noir, horror e thriller firmato da Siodmak, in questa che è considerata la sua opera più compiuta. Il film ha davvero tanti spunti interessanti e riesce ad alternare ottimamente tensione ad inaspettati momenti più leggeri, grazie all'ironia di qualche personaggio. Protagoniste assolute sono la villa, enorme e maestosa, piena di anfratti, luoghi bui, dalla camera della madre malata fino alla sinistra cantina ed Elena, la brava Dorothy Mcguire, in un ruolo abbastanza difficile. Molto risalto è dato fin dall'inizio alla componente “impotenza”, nello spefico il mutismo, che ci viene introdotto dalla scena iniziale, quella della proiezione del film, muto appunto, e dal personaggio di Elena, resa quindi vulnerabile e vittima ideale del killer che si aggira attorno alla villa. La regia è elegante, così come la fotografia, in realtà normale per maggior parte del film e davvero suberba solo in alcuni punti (scena in cantina e quella, che dà il titolo al film, sulla scala), ancora figlia dell'espressionismo e noir a tutti gli effeti. Inoltre bisogna considerare che la pellicola è del 1945, ben in anticipo su molte cose. Si può senza dubbio affermare che La scala a chiocciola abbia non solo introdotto al cinema la figura del serial killer (anche se mancano le canoniche indagini della polizia, qui solo abbozzate) ma soprattutto il mito “della casa”, cioè il film horror/thriller che si svolge in modo angosciante ed opprimente con pochi ambigui personaggi nello stesso lugubre luogo.



Alcuni hanno attribuito alla scelta di un serial killer che prende di mira i difetti fisici una voglia di “redenzione” da parte del tedesco Siodmak, quasi a chiedere perdono per l'ancora viva follia nazista. Una tesi che non mi sento di confermare, ma che è senza dubbio suggestiva. Molto interessante la figura della madre malata, ferma nel proprio letto eppure sempre vigile e attenta ad ogni movimento che accade in villa. Si resta trasportati da Elena ed è naturale l'immedesimazione nei suoi confronti. Certo qualche difetto c'è, tra cui il fatto che il killer non sia impossibile da scovare fin da subito, il che può togliere tensione. Tra i doppiatori anche Sordi. Da vedere per l'importanza storica.

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