giovedì 21 maggio 2015

STALKER - Andrej Tarkovskij (1979)

Titolo originale: Сталкер
Regia: Andrej Tarkovskij
Con: Aleksandr Kajdanovskij, Anatolij Solonicyn, Nikolaj Grin'ko, Alisa Frejndlikh, Natasha Abramova 
Durata: 163 min
Paese: URRS, GER EST      
Voto globale: ***** !
Voto categ. (fantasc.): ***** !


In un mondo spento e monocromatico esiste un luogo inaccessibile, recintato e sorvegliato dai militari, la Zona, in cui anni prima pare sia caduto un meteorite e in cui le cose sembrano andare in modo diverso. Ci sono colori, le vegetazione è rigogliosa, la natura regna incontrastata. La Zona è un'area vitale e pericolosa per l'uomo incosciente, ma è benevolente con gli ultimi, gli infelici, quelli che non hanno più nulla da perdere. Sembra inoltre ci sia, nella Zona, una speciale stanza in cui è possibile entrare, chiedere qualunque desiderio ed ottenerlo. Uno Stalker, una guida che si occupa di portare clandestinamente gente al di là delle recensioni e condurla nella Zona parte insieme ad un professore di fisica e ad uno scrittore.


Premetto già da ora che questa sarà forse la recensione più superficiale del blog, ma il fatto è che ci sarebbe troppo da dire. Tratto da Picnic sul ciglio della strada dei fratelli Strugackij, Stalker è un capolavoro di Andrej Tarkovskij, un film che allo stesso tempo riesce ad essere bello, criptico eppure per molti versi molto chiaro ed esplicito. Dopo un incipit molto compassato, con la presentazione del personaggio dello Stalker e della sua famiglia, veniamo subito introdotti al tema della Zona, che nel film è un posto reale e fisico ma che potrebbe benissimo essere considerato un luogo simbolico ed immaginario, per certi versi mentale. Azzeccatissima la scelta dei personaggi: un fisico, quindi un uomo di scienza che ha per forza di cose il pallino della ricerca della verità ad ogni costo e uno scrittore senza più ispirazione, un uomo che crea arte e rifugge dalla verità, perché è mutevole e mai coerente con se stessa. Tra loro vi è lo Stalker, probabilmente la figura più complessa. Un uomo che vive il proprio lavoro come una condanna, una condanna però piacevole dato che per egli ogni luogo è una prigione ed è solo nella Zona che riesce a trovare quegli attimi di felicità e pace che non troverebbe mai nel mondo. Stupenda la riflessione sul fatto che è ciò che desideriamo realmente (ed incosciamente) e non ciò che sbandieriamo viene realizzato dalla Zona. Come tutti i film di Tarkovskij fondamentale è il rapporto con la natura (il regista lavorò come geologo), che appare come vera costante protagonista grazie a degli scorci suggestivi e bellissimi che accompagnano il film. Il vero elemento chiave però è l'acqua: cascate, fiumi, piccoli stagni, pioggia. Acqua ovunque. Fotografia a livelli altissimi ed una regia che non può che essere definita eccezionale, forse una delle cose più belle che si possa vedere. Davvero.


Stalker sembra un film che vuole prima di tutto mettere alla prova lo spettatore, visto che la visione non è sicuramente una delle più facili ed agevoli. Le oltre due ore si sentono tutte, ma non affatto per la pesantezza della pellicola! La durata si avverte in senso positivo, perché ogni singola inquadratura non è mai sprecata, c'è sempre qualche significato più o meno accessibile che meriterebbe di essere approfondito nel dettaglio. Eccellenti i dialoghi dei tre, su cui spiccano le polemiche tra lo scrittore e il professore, nonché i monologhi dello Stalker. Finale incredibile con due personaggi in apparenza minori, ma che in realtà potrebbero essere la vera chiave del film: la moglie e soprattutto la figlia dello Stalker. L'ultima scena fa rimanere abbastanza a bocca aperta. Tarkovskij dichiarava di cadere <<in uno stato di rabbia e disperazione>> a sentire la domanda <<Cos'è la Zona?>>. Il regista russo rispondeva che <<La Zona è la Zona, la Zona è la vita: attraversandola l'uomo si spezza o resiste>>.

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