Regia: Alejandro Jorodowsky
Con: Cristobal Jorodowsky, Blanca Guerra, Guy Stockwell, Thelma Tixou, Adan Jorodowsky
Durata: 123 min
Paese: MES, ITA
Voto globale: ***
Voto categ. (surreale): *** 1/2Con: Cristobal Jorodowsky, Blanca Guerra, Guy Stockwell, Thelma Tixou, Adan Jorodowsky
Durata: 123 min
Paese: MES, ITA
Voto globale: ***
Fenix
è un bambino prestigiatore che vive con il padre, un omaccione
grande e grosso con qualche tratto effemminato che è poi il
direttore del circo in cui si esibisce, e la madre, una specie di
sacerdotessa di un culto non risconosciuto che venera una ragazza che
anni prima venne violentata e alla quale tagliarono le braccia. Un
giorno le autorità decidono di radere al suolo la chiesa, dove tra
l'altro è custodito il “santa sangre”, il sangue santo, con
ferma e determinata opposizione della madre del piccolo. Di lì a
poco la donna scopre il marito intento a tradirla e lei sfigura lui e
l'altra donna con dell'acido, mentre il marito si vendica amputandole
le braccia proprio come accadde alla ragazza del culto. Fenix rimane
per sempre traumatizzato e finisce in una comunità di recupero in
cui assume atteggiamenti animaleschi.
Jorodowsky
è (almeno stando a Wikipedia), prima che regista cinematografico,
scrittore, fumettista, saggista, drammaturgo, tarologo e poeta! Già
da questo si dovrebbe capire senza problemi che nei suoi film è
facile ritrovare diverse e varie confluenze, visto che possiamo
definire l'autore cileno un artista a tutto tondo. Un artista anche
un po' folle, in senso positivo, ovvio. Dopo il western metafisico de
El Topo (capolavoro senza sé
e senza ma) e l'allucinato La Montagna Sacra (altro
flmone senza dubbio), Jorodowky ritorna questa volta con quello che
potremmo definire a tutti gli effetti un... horror/thriller. E
addirittura slasher, visto che le morti, gli accoltellamenti e il
sangue non mancano di certo. Il film alterna momenti più
riconoscibili del regista cileno (basti pensare alla scena del
funerale dell'elefante o quelle delle “allucinazioni”) ad altri
che meno assoceremmo all'autore, tra cui spiccano le scene degli
omicidi, che ricordano più i film di Dario Argento (e il film è
prodotto dal fratello Claudio) che le opere precedenti di Jorodowky.
E c'è da dire che queste scene sono forse le meno riuscite del film.
Per il resto la pellicola viaggia a fasi intermittenti, con più di
un momento di noia riscattato però da quegli inframezzi surreali e
strambi che caratterizzano la filmografia del regista. Una regia non
proprio eccellente e una fotografia che gioca molto sui colori, con
uno su tutti: il rosso, chiaramente. Musiche a volte forzate.
Convince
a metà questa produzione italo-messicana di fine anni '80. Per
carità Jorodowsky è un regista per molti versi geniale e anche in
Santa Sangre il
talento del cileno si fa sentire. D'altra parte non si può tacere il
fatto che questa contaminazione tra drammatico e horror risulta un
po' impacciata, visto che la tensione latita a favore del grottesco.
Per il resto si assiste ad un interessante ritratto psicologico di
Fenix (intepretato da Cristobal Jorodowsky, figlio di Alejandro), che metabolizza il
trauma subito alla propria maniera, di certo non indolore. Ottimo anche il
ritratto del rapporto "gestuale" con la madre Concha, che a più di uno
spettatore ricorderà Psyco. Molto
bello anche il personaggio della ragazza sordomuta, forse unica vera
amica del protagonista e simbolo di speranza nella storia. Si ammira
la capacità del regista di rendere poetico ciò che in mani d'altri
sarebbe solo trash, ma resta una visione non per tutti. Finale notevole e che fa tutto sommato rivalutare in positivo il film!
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