domenica 15 marzo 2015

BRÜNO - Larry Charles (2009)

Titolo originale: Brüno
Regia: Larry Charles
Con: Sacha Baron Cohen, Gustaf Hammarsten
Durata: 81 min
Paese: USA                   
Voto globale: * * *
Voto categ. (mockum.): * * * *

Finto documentario che segue le vicissitudini di Brüno, gay, giornalista di moda e sua volta di modello di (a suo dire) diciannove anni che sbarca negli Stati Uniti e che entra in contatto con bigotti e scambisti, ma anche personaggi del mondo della moda, televisione e politica. Un solo obiettivo: diventare la star più famosa al mondo. Ci riuscirà? Molteplici i siparietti deliranti tra i tentativi di girare un film hard con un politico, diventare a tutti i costi un attore, proporre un format televisivo decisamente spinto, far riappacificare ebrei e palestinesi e adottare un bambino di colore. Accompagnato dal fido assistente Lutz, l'irriverente Brüno provoca e stuzzica l'americano medio non rinunciando a massicce dosi di politicamente scorretto. Simpatica e irreale partecipazione nei titoli di coda di star quali Sting, Elton John, Bono e Slash.

Sacha Baron Cohen è indubbiamente un fenomeno. A tre anni di distanza dal ben più noto “Borat”, il finto giornalista kazako in viaggio sempre negli Stati Uniti, ritorna con un nuovo personaggio, l'austriaco ed ambizioso Brüno. E, anche se pareva difficile, lo fa in maniera ancora più incisiva e cattiva e mette a nudo ipocrisie e bassezze dell'America più retrograda. Certo Cohen ci va sul pesante e di sicuro non è semplice resistere alle sue provocazioni, specialmente per la tipologia di soggetti che ha deciso di incontrare per la realizzazione di questo mockumentary fracassone ed allucinato. Ma qui sta il gioco dell'attore (e sceneggiatore): provocare andando a colpo sicuro, basti pensare alla scena con il reverendo a capo dell'associazione per la conversione degli omossessuali. Il punto di forza di tutta l'operazione è senza dubbio l'interpretazione di Cohen, che riesce ad immergersi nei propri personaggi e dà loro vita in maniera coinvolgente e vera al massimo. Inoltre il tutto si regge su una sottile patina di credibilità che fa si che il personaggio di Brüno, per quanto esagerato e scorretto al massimo, sia in realtà realistico agli occhi di chi lo vede davvero come un giovane ambizioso austriaco gay in cerca di fortuna negli USA. Cohen non risparmia nessuno e molte ipocrisie saltano all'occhio senza pietà. Incredibile la parte con i genitori disposti a tutto per far partecipare i propri figli, poco più che neonati, a campagne pubblicitarie di pessimo gusto. Nota di merito per la versione italiana, con l'ottimo Pino Insegno al doppiaggio che riesce a restituire una voce davvero perfetta e aggiunge spesso quel qualcosa in più alla carica comica delle battute di Cohen. << D&G... Dolce e Gabbana, buongiorno? >>

Un film che ha diviso in maniera incredibile e non di certo in parti eguali, tra detrattori e convinti, dovendo per forza di cosa notare una netta preponderanza dei primi. Ma che fa ridere e parecchio. Una visione non facile e sconsigliata per una serata in famiglia, perché i livelli di imbarazzo e sdegno che potrebbero toccarsi sono molto elevati. Inutile dire che una delle accuse principali al film è la sua volgarità, concetto quanto mai fumoso ma comprensibile. Aspettatevi peni roteanti e altre assolute oscenità, che però non restano fine a se stesse. Ogni volta che Cohen ci mostra qualcosa di estremo è come se volesse dirci “ecco, se ti sdegni e inorridisci sei proprio il tipo di persona che il film vuole mettere in ridicolo”. Ovvio che l'operazione la si può non apprezzare senza essere accusati di omofobia. Basti pensare che Brüno” è stato criticato anche per essere apertamente una continua offesa al mondo gay. Quindi dove sta la verità? Una visione potrebbe chiarire le idee.

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