Titolo originale: Novecento
Regia: Bernardo Bertolucci
Con: Robert De Niro, Gérard Depardieu, Burt Lancaster, Donald Sutherland, Alida Valli
Durata: 316 min
Paese: ITA, FRA, GER Voto globale: ****
Voto categ. (cult): **** 1/2
Il 27
Gennaio 1901, suggestiva data che coincide con la morte di Giuseppe
Verdi, nascono nella stessa azienda agricola dell'Emilia due bambini:
Alfredo, figlio dei ricchi proprietari (De Niro) e Olmo (Depardieu),
figlio di contadini. I due crescono inevitabilmente a stretto
contatto e pur se dediti alle stesse attività e giochi, avvertono
fin da subito la profonda differenza che li caratterizzerà per tutta
la vita ma che non impedirà la nascita di una strana e conflittuale
amicizia. Scorrono quasi cinquant'anni di storia e i cambiamenti che
guerre e sviluppo agricolo portano nelle campagne, tra rivendicazioni
dei contadini, la nascita delle organizzazioni socialiste a difesa
dei lavoratori, l'avvento del fascismo “contadino” fino ad
arrivare ad un evocativo e simbolico giorno della Liberazione.
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Film
fiume della durata di oltre 5 ore che non stancano e scorrono veloci.
Diviso in due atti proiettati in momenti diversi per garantirne la
fruibilità nei cinema. Mutilato di oltre 2 ore nella versione flop
americana (flop per motivi politici o per il taglio è tutto da
capire). Bertolucci non si risparmia, ha un'idea precisa e la porta
avanti con noncuranza. Un film che ha la pretesa di essere
“definitivo”, di avere l'ultima parola ad ogni costo. Per molti
versi ci riesce pure. Un film dai forti contrasti, in cui convivono
senza problemi centinaia di veri contadini come comparse e divi già
allora affermati. Cast notevole con De Niro, Depardieu, Lancaster,
Sutherland e Stefania Sandrelli. Fotografia superba di Storaro
(eccezionale la scena a cena con la luce del sole al tramonto).
Musiche di Morricone, un nome una garanzia. Tutto molto giusto ed
azzeccato, orchestrato da un Bertolucci senza dubbio ispirato. Resta
un però. Il però è dato dal dubbio che il film pretenda di essere
per molti versi “storico”. La pellicola ha senza dubbio il grande
merito di trattare con grande maestria e cura tecnica, scenografica
ed attoriale un momento importante della storia italiana come
l'avvento del fascismo e lo fa molto bene. Allo stesso tempo, il film
resta in ogni caso per forza di cose fortemente ideologico e questo
toglie un po' al giudizio complessivo a fine visione. Si ha la
sensazione come se Bertolucci ci portasse per mano nel suo mondo, un
mondo in cui tutto è necessariamente scritto nero su bianco, senza
alcun minimo dubbio. Il film è quindi molto autoreferenziale.
Apprezzato di certo da chi già sa cosa aspettarsi, farà
storcere il naso a chi già sa cosa aspettarsi ma in un senso
opposto.
![](https://lh3.googleusercontent.com/blogger_img_proxy/AEn0k_sYAJFkDPa00YSEqdtEiRCkCfcS1M66v-45MNCirhEuwAWuz6qZc-l7TNIOXWsmbKZpLXJRhoayj8PaLuop5fuAAVqk_n2HZ3hwi-nhf4713uyNEw-1UXCsoHePv4oAF37kcbzTQQoNAdRfIlh_5AbIAtjwRQEy_3Jpk7oiq6tk_BdnkZ3wepst4CgDFYDDGppO8FilSDmPHEUjjC6xVfyf0NiCClpwhyC2zPNbBg=s0-d)
Novecento
resta uno dei film più importanti ed iconici del nostro cinema.
Lascia il senso di aver assistito ad uno spettacolo sì ideologico,
sì di parte, dalle pretese didattiche ma anche sincero. Non fa nulla
per sembrare ciò che non è. Quindi al di là delle opinioni
personali, bisogna apprezzare l'aver realizzato un'opera che di fatto
non ha paura di portare avanti la proprie idee, indipendentemente dal
giudizio altrui. Certo, resta un po' di amarezza nel pensare che
magari ci sarebbe stato un modo per portare avanti le stesse idee in
una maniera più aperta e meno autoriferita, perché questo avrebbe
giovato a tutti: avrebbe provocato e fatto riflettere tutti, ripeto
tutti, gli spettatori. Proprio quello che dovrebbe fare un film del
genere al cinema: far riflettere. Scene scandalose non poi così
scandalose, neanche per l'epoca. Più di un momento davvero grottesco
(praticamente tutti quelli con il folle quanto poco credibile
Attila). Sicuramente un cult film da vedere almeno una volta!
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